La chiesa ha origine nel XIII secolo, come attestano alcuni documenti e i pochi resti murari sopravvissuti ai successivi rifacimenti.
Inizialmente l’edificio era disposto lungo l’asse Est–Ovest ma, a seguito dei notevoli cambiamenti urbanistici operati durante il periodo farnesiano che portarono alla creazione della Piazza del Comune e alla realizzazione di un nuovo importante asse viario, l’attuale Via Matteotti, si decise di spostarne l’orientamento in direzione Nord-Sud.
I lavori che portarono all’edificazione della nuova struttura, diretti dal frate agostiniano Giuseppe Casella, furono iniziati nel 1755 e terminati nel 1778.
La chiesa, in stile barocco, presenta una caratteristica pianta ellittica, con quattro altari laterali ed un altare maggiore sul fondo.
Lateralmente trovano spazio anche due piccole cappelle, una destinata ad ospitare il fonte battesimale e l’altra occupata oggi da un dipinto del XIX secolo raffigurante La Pietà.
L’edificio, dalle origini sino agli anni venti del ‘900, fu tenuto dai Padri Agostiniani; per questa ragione negli altari laterali trovano posto dipinti che raffigurano santi provenienti dall’Ordine di Sant’Agostino, quali: San Nicola da Tolentino, ritratto tra gli angeli e le anime del Purgatorio, e San Tommaso da Villanova, intento a distribuire l’elemosina ai poveri.
Negli altari più prossimi al presbiterio, a sinistra, sono raffigurati San Pietro assiso su un trono di nubi che si rivolge a Sant’Antonio Abate ed a Santo Stefano; mentre a destra è visibile la Madonna della Consolazione con il Bambino e sotto Santa Monica e suo figlio Sant’Agostino. Su quest’ultimo altare è posta una statua di Santa Rita da Cascia, precedentemente posizionata in una nicchia.I dipinti dei quattro altari laterali sono tutti databili al XVIII secolo. Di fattura più antica è, invece, l’opera collocata sull’altare maggiore. All’interno di una edicola si conserva, infatti, l’immagine della Madonna della Misericordia detta della Libera risalente al XV secolo. Il dipinto, realizzato a tempera su tavola, presenta una rara iconografia che mostra Cristo nell’atto di lasciare cadere frecce verso il basso, cioè verso il mondo, dove un gruppo di fedeli trova riparo sotto l’ampio manto della Madonna. La scena ha, quindi, l’intento di proporre l’immagine di Maria come protettrice, in senso ampio, di coloro che si affidano a lei. Un’antica tradizione vuole che in caso di siccità, alluvioni o altre calamità l’edicola della Madonna fosse scoperta e che si recitassero davanti ad essa le dovute preghiere per un mese intero.
A Cura di:
Dottor Stefano Francocci